Il 5 luglio si sono svolti nel nostro dojo gli esami interni di passaggio di kyu per i principianti.

In realtà alcuni di loro non erano più tanto principianti perché la frequenza del dojo risaliva già a due anni prima, gennaio 2020 , prima che il maledetto COVID fermasse il tempo, gli allenamenti e il ritrovarsi ogni martedì e giovedì.

Nonostante per quasi 1 anno e mezzo non ci fossimo potuti allenare insieme in modo continuativo, comunque il nostro spirito era unito, e Alessandro, Marco, Nicola e Michele insieme ai veterani del gruppo attendevano con grande speranza il momento in cui avrebbero indossato per la prima volta hakama e gi e il tanto agognato bogu.

Finalmente, precisi come orologi “giapponesi”, il 2 di Settembre 2021 ci siamo ritrovati e nonostante le richieste di green pass e mascherine oltre a vaccini vari, eravamo pronti come non mai per riprendere gli allenamenti.

La carica era tanta, fortificata da più di un anno di grande mancanza che avevamo affrontato tutti sapendo che alla fine del tunnel ci sarebbe stata la luce, abbiamo fatto una preparazione atletica sotto la guida del nostro super istruttore Alessio che ci ha portati piano piano in forma e pronti per ripartire.

Subito si sono aggiunti al gruppo nuovi principianti che hanno arricchito notevolmente le presenze e lo spirito.

Ricordo ancora quando Alessio il 14 settembre prima dell’allenamento ci ha avvisato che avremmo avuto ospiti un padre e un figlio. Ho visto questa nuova sfida di accoglienza del nostro dojo quasi una grande ripresa simbolica, perché il kendo non ha limiti generazionali e il nostro dojo in questo è maestro nel sapere tenere insieme ragazzi di ogni età ed etnia e super veterani con la loro capacità di resilienza.

Dopo Gino e suo figlio Nicolò abbiamo avuto anche l’arrivo di Mattia e Riccardo due giovani ex boxer sempre pronti a buttarsi in ogni allenamento come in ogni fine serata per un Daini dojo.

L’anno è iniziato benissimo con il passaggio a 1 Dan del nostro grande presidente Alberto ed è continuato imperterrito con grande partecipazione e frequenza, nonostante l’alternarsi delle quarantene che non hanno intaccato la voglia di raggiungere passo dopo passo gli obiettivi che ci eravamo prefissati: accrescere il livello di allenamento e formare un gruppo il più possibile compatto.

Quando a fine stagione Alessio ha annunciato che sarebbero stati prossimi gli esami per il passaggio di grado ho visto in tanti occhi dei miei compagni un luccichio brillante come a dirsi “ecco qua dove volevo arrivare”, alternato a una certa espressione fissa, come se pensassero “ma in cosa consiste l’esame ? sarò poi all’altezza?” Questo momento credo che sia stato veramente fondamentale per la loro crescita perché hanno messo sul piatto della bilancia la loro volontà da una parte e la loro insicurezza dall’altra  e alla fine tutto quello che avevano appreso del kendo, con il kendo e attraverso il kendo ha avuto il sopravvento: la volontà ha avuto la meglio sull’insicurezza.

La preparazione per gli esami devo dire la verità è stata lunga e sistematica, a tutti veniva chiesto una preparazione massima da 2° kyu e durante gli allenamenti i ragazzi hanno dato tutto quello che potevano per testarsi fisicamente e psicologicamente così da essere pronti a qualche sorpresa emotiva durante il giorno dell’esame.

Martedì 5 luglio erano presenti in 7 su 8 all’esame: Michele purtroppo per motivi di salute non ha potuto presenziare ma per noi è come se fosse stato lì.

Al mio arrivo nel dojo la tensione si tagliava con la shinai, tutti già vestiti con grande anticipo a “ripassare”: chi i suburi (grande bestia nera per la maggior parte dei ragazzi) chi i kata, 5 minuti prima di iniziare l’esame grondavano di sudore, misto tra il caldo dei primi di luglio e  la tensione psicologica, insomma erano già esausti.

Alessio convoca il presidente Alberto e me come commissione e organizziamo il setting con schede per segnare i voti, penne, matite, pennarelli e gli attestati pronti per essere completati con il grado,  tavolino e sedie per iniziare e si parte.

Quello che è successo poi è stata una magia che solo una grande passione per un’arte marziale può creare, penso che quello che si prova nel primo esame di passaggio di grado non si scorda mai, le gambe che tremano, la paura di non ricordarsi il kata, la volontà di riuscire, la determinazione per riuscire a portare a termine l’esercizio, il fiatone come non avevi mai provato prima e poi la soddisfazione della fine.

Al di là dei risultati che sono stati ottimi come già avevamo previsto, ho pensato di regalare un piccolo pensiero a tutti i ragazzi: un biglietto piegato ad origami con dentro uno dei sette principi del bushido.

Ognuno di loro ha preso a caso uno dei bigliettini preparati, ero sicura che a ciascuno sarebbe capitato la virtù di cui aveva più bisogno in quel momento oppure quella in cui si era distinto maggiormente nel lungo anno di pratica e così è stato:

ALESSANDRO 2° KYU – REI- (CORTESIA)
I Samurai non hanno motivo per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di dimostrare la propria forza. Un samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

NICOLA 2° KYU- MAKOTO – (ONESTA’ E SINCERITA’)
Quando un Samurai esprime l’intenzione di compiere un’azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l’intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di “dare la parola” né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

NICOLO’ 3 ° KYU-JIN- (COMPASSIONE)
L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. E’ diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d’aiuto ai propri simili se l’opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.

GINO 3° KYU- GI- (ONESTA’ E GIUSTIZIA)
Sii scrupolosamente  onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell’onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato

RICCARDO 3° KYU- CHU-( IMPEGNO E LEALTA’)
Per il Samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai  è immensamente lealeverso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

MATTIA 3° KYU – YU- (EROICO CORAGGIO)
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire , nascondersi come una tartaruga nel  guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L’eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

MARCO 4 KYU- MEIYO – (ONORE)
Vi è un solo giudice dell’onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Quando poi Alessio ha chiesto a tutti di leggerlo ad alta voce, si è avverata una mia grande convinzione  professionale, che un sapere o una conoscenza costruita con una modalità cooperativa ha molto più valore rispetto ad uno studio solitario, ognuno ha messo un tassello per avere in mano i sette principi del bushido che sono poi rappresentati dalle 7 pieghe della hakama che indossiamo.

Alla fine quindi penso che da questa esperienza – finita con un bel daini dojo – si possa concludere che nel kendo ogni allenamento è un esame per se stessi  e ogni esame sia che ci porti un gradino più su o meno è un allenamento per la nostra vita di tutti giorni. Il cerchio si chiude come in un enso (il soggetto più comune della calligrafia giapponese) che simboleggia l’illuminazione, la forza , l’universo, come espressivo movimento dello spirito , in quel preciso momento.

I ken den shin

Raffaella Ugoccioni

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